martedì 31 agosto 2010

PAPA: ENTRO FINE ANNO UN LIBRO-INTERVISTA SU TEMI FEDE


FRUTTO DI CONVERSAZIONI CON GIORNALISTA TEDESCO PETER SEEWALD (ANSA) - CITTA' DEL VATICANO, 31 AGO - Un libro-intervista, in uscita entro la fine di quest'anno, conterra' le riflessioni di Benedetto XVI sul ruolo della Chiesa e della fede nella societa' contemporanea. Sara' il frutto di una serie di conversazioni che il Papa ha avuto alla fine del luglio scorso a Castel Gandolfo con il giornalista tedesco Peter Seewald, che in passato aveva gia' intervistato Ratzinger quand'era cardinale prefetto dell'ex Sant'Uffizio. In Italia il volume sara' edito dalla Lev (Libreria Editrice Vaticana), che detiene i diritti su tutte le opere del Pontefice.

La notizia, anticipata oggi da alcuni quotidiani in Germania e in Italia, e' stata confermata dal direttore della sala stampa della Santa Sede, padre Federico Lombardi. 'Nella settimana dal 26 al 31 luglio, a Castel Gandolfo - ha riferito il portavoce vaticano in una dichiarazione - il Santo Padre ha concesso al giornalista tedesco dott. Peter Seewald una serie di conversazioni, rispondendo alle sue domande su vari argomenti, analogamente a quanto gia' avvenuto altre due volte in passato, con lo stesso giornalista, quando il card. Joseph Ratzinger era Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede'.

Le conversazioni si sono svolte in tedesco. 'La pubblicazione del volume e' prevista in tempi abbastanza brevi (prima della fine dell'anno in corso) in italiano e in tedesco, e se possibile anche in altre lingue', ha aggiunto padre Lombardi, specificando inoltre che, 'com'e' noto, i diritti relativi alle pubblicazioni del Santo Padre sono detenuti dalla Libreria Editrice Vaticana, che pubblichera' anche l'edizione italiana'.

L'uscita del libro-intervista con Seewald si aggiunge a quella, programmata per la primavera 2011, del secondo volume del libro di Benedetto XVI su Gesu' di Nazaret - dedicato alla Passione, morte e resurrezione -, di cui sono in corso le traduzioni in numerose lingue e che e' atteso come un nuovo bestseller a livello mondiale. Intanto il Papa, anche quest'estate a Castel Gandolfo, ha lavorato al terzo volume dell'opera, dedicato all'infanzia di Gesu', oltre che a una nuova enciclica, il cui tema dovrebbe essere la fede (dopo quelle incentrate sulla carita' e la speranza). (ANSA).







“LA GRANDE CRISI DEL ’29 (LA ZISA), recensione di Davide Romano

“La grande crisi del ‘29” ripropone una pagina complessa, e quanto mai attuale, della storia americana. Il 1929 e la crisi di Wall Street non rappresentano solo una macchia luttuosa della storia contemporanea, ma anche la prima vera incrinatura di un sistema considerato perfetto. Spesso i libri che parlano di storia e si danno aria di “saggi” finiscono per diventare noiosi. Sicuramente questo non è il caso del libro di Ugo Pettenghi, che con uno stile semplice e discorsivo porta il lettore a immedesimarsi con i piccoli risparmiatori. Pettenghi, cronista di altri tempi, non spiega ma racconta ,attraverso gli occhi abbagliati di tanti americani, la fine di un sogno chiamato capitalismo. Durante il mandato di Hoover la borsa, gonfiata da titoli fantasma e da falsi bilanci, tracolla il 24 ottobre 1929, lasciando il “paese dei miracoli” con milioni di disoccupati, migliaia di aziende chiuse e tanti risparmiatori sul lastrico. L’occhio del cronista focalizza la sua attenzione sui cittadini americani, su come fossero diventati patiti di Wall Street e del suo gioco, unico svago legale al tempo, visto il proibizionismo. Di come fossero pronti a vendersi per le strade, dopo aver scoperto che le proprie azioni erano diventate pezzi di carta senza alcun valore. Ma come ricorda Pettenghi “… quasi sempre lo schiavo bianco restava senza compratore…”. Il disastro del 1929 non si limita all’America, ma trascina dietro di sé un’Europa distratta e piena di debiti, che porterà al trionfo Hitler e Mussolini. Non manca una critica di sottofondo alla fine del libro, che Pettenghi dedica alle vicende di Sam Insull, unica testa considerata responsabile del crollo del 1929: un uomo inseguito per anni dalle forze dell’ordine americane, con due milioni di nemici lasciati in patria. Tuttavia questo libricino lascia l’amaro in bocca per un altro motivo, e cioè che leggendolo sembra di ascoltare un telegiornale recente. Nella speranza che l’uomo faccia la storia, ma che la memoria faccia l’uomo.

Le Edizioni La Zisa aderiscono ad "Addiopizzo" e a "Libera" di don Ciotti e tutti i volumi pubblicati sono certificati "pizzo free".

Ugo Pettenghi, “La grande crisi del ’29. Una storia che si ripete”, Prefazione di Nino Amadore, Con una nota di Michelangelo Bellinetti, Edizioni La Zisa, pp. 80, euro 9,90

venerdì 27 agosto 2010

“Papagena, zuccherino mio. Guida semiseria ai libretti d’opera”, Edizioni La Zisa, di Cristina Bobbio


recensione di Alessandra Vitale

Il sottotitolo cita così: “Guida semiseria ai libretti d'opera”, ed è perfetto per descrivere in toto questa raccolta di libretti operistici finalmente spiegati.
Partendo dal punto che è difficoltoso conoscere un'opera lirica a fondo se non si assiste alla sua rappresentazione più volte, se non la si ascolta per anni e se non si accompagna a tutto ciò un discreto studio di essa, “Papagena, zuccherino mio” finalmente si domanda il perché di qualcuna delle astrusità poetiche adottate dai librettisti e lo fa in una piacevolissima quanto simpatica introduzione. Il libro disegna le trame di alcuni dei più noti melodrammi, con la semplicità dell'acqua. Da profani, i momenti dell'opera si intuiscono tramite l'incalzare della musica: forte esempio ne è il 'Rigoletto', melodramma in cui musica e libretto sono incollati come una figurina alla sua matrice. L'autrice non vuol essere irriverente verso i librettisti, né tanto meno verso le opere liriche, anzi: ne è così appassionata, innamorata, che ne è entrata dentro, ne ha scrutato ogni singola parola come chiunque sia stato portato a teatro fin dai primissimi anni di vita, o come fa chi è divenuto pazzo-della-lirica, curioso di scoprire il perché e il percome di quei fatti narrati e quasi incredibili, e bramante di scoprire il significato di quelle parole e frasi incomprensibili perché poetiche e non in prosa. Con vivace ironia e con puntualità, ne sottolinea le incongruenze: chi si sognerebbe oggi, si chiede l'autrice, di fare la fine di Radames e Aida? “Probabilmente fu il frutto della cieca giustizia degli uomini”. E che dire di Alfredo ne 'La Traviata'? “Il 'micio bello' che durante la relazione con Violetta non aveva sborsato un soldo e non aveva neanche capito di essere il mantenuto di una mantenuta!” Ritroviamo, quindi, una critica autentica alla psicologia dei personaggi, protagonisti dell'ammirato genere musicale qual è l'opera lirica. Ma parliamo, per esempio, di Otello che “...lo turbava il tenere tra le mani un oggetto prezioso e fragile (ovvero la moglie Desdemona), destinato prima o poi a rompersi” e aggiunge “Può darsi, addirittura, che desiderasse di vederlo rotto, per dimostrare a sé stesso di non esserne degno...”: buona intuizione. Niente peli sulla lingua nei confronti di alcuno: 'il corpaccione grasso e pieno d'alcool di Falstaff'; Azucena che tarda ad asciugarsi gli occhi dalle lacrime e, incapace di vedere, getta suo figlio nel fuoco al posto di un altro bambino; la notte che copre i volti delle persone per cui ci si può scambiare con chicchessia probabilmente restando muti per tutto il tempo... Le stranezze del melodramma sono anche queste, estremizzare i racconti fino a renderli inverosimili per dimostrare che è il fato e lui solo il vero direttore delle vite umane.

Papagena, zuccherino mio (Palermo, ed La Zisa, pp. 136, euro 9,90), è la seconda opera della scrittrice Cristina Bobbio. Genovese, ha già pubblicato il romanzo Tina e lo straniero, sei storie genovesi e ha collaborato alla rivista 'Urbs, Silva et Flumen' dell'Accademia Urbense di Ovada ad Alessandria.

lunedì 23 agosto 2010

LA POESIA STA MORENDO? NO, SE I LIBRI IN VERSI FANNO FLOP TORNA DI MODA IL READING =





(Roma, Adnkronos) - Ma la poesia sta morendo? Stando ai sondaggi parrebbe di no. Se in pochi riescono a conquistarsi un editore e poi un pubblico di lettori, sono in tanti, un milione e mezzo, uomini e donne di ogni eta', gli italiani che si cimentano a scrivere odi e liriche. Il genere dunque, nonostante non riesca a imporsi come business cartaceo, vive. Anzi, vive alla grande, attraverso il recupero in chiave contemporanea della propria natura di oralita': grande successo infatti stanno riscuotendo i reading, veri e propri spettacoli in cui il poeta diventa anche attore, interpretando i propri componimenti.



Un ritorno al passato sulla scia dei cantori greci e latini che con accenti, trimetri e senari giambici, endecasillabi faleci e tutti gli altri versi della metrica classica, incubo degli studenti del liceo, davano alla poesia declamata in pubblico un'importanza fondamentale. O un ritorno ai cantori medievali delle Chansons De Geste e della famosa Chanson de Roland, che formalizzarono il naturale connubio fra poesia, ritmo, melodia e interpretazione.



O forse una riscoperta nostrana dei 'ragazzi' della beat generation e soprattutto di quel 'genio e sregolatezza' di Allen Ginsberg, che porto' in auge la pratica della lettura pubblica in cui lo spettatore aveva la possibilita' di ascoltare il componimento dalla voce dell'autore e vedere 'i versi' interpretati.

'Viviamo nell'epoca della moltitudine e della societa' di massa ma molti ancora non capiscono che siamo in un'era diversa, nella quale i criteri che potevano essere validi nell'Ottocento e nel primo Novecento ora sono tutti da rimettere in discussione. Inoltre spesso mi chiedo 'ma quanti lettori aveva Leopardi? Quanti Foscolo?'. La verita' e' che in fondo la poesia non e' mai stata un fenomeno di massa, anche perche' fino agli anni 60 la societa' di massa neanche esisteva!'. Lo dice all' ADNKRONOS Marco Palladini, romano, classe 1954, da piu' di vent'anni autore sperimentale, critico, drammaturgo, compositore e performer teatrale nonche' organizzatore, gia' nel 1998, del primo 'Rave di poesia' italiano, commentando lo stato in cui versano le vendite in campo 'poetico'.



In autunno il performer romano sara' al Nuovo Teatro del Pigneto ed interpretera' il 'Vangelo secondo Pier Paolo', testo che affronta le riflessioni di Pier Paolo Pasolini riguardanti la tematica religiosa. Palladini si esibira', inoltre, sempre in autunno, presso L'Istituto Latino Americano, in un recital sulle poesie di Rafael Alberti, nel corso di un convegno organizzato dall'Istituto per ricordare il poeta spagnolo.

'Oggi, poi, con l'avvento della rete -spiega ancora il poeta- tutto e' piu' accessibile a tutti, c'e' una grande attivita' e si sono sviluppate molte forme di biodiversita' culturale, sicuramente molto piu' 'vicine' alla realta' di quanto non siano i parametri di mercato e di visibilita' dei mass media'.



Palladini sostiene che sarebbe un altro il problema da sollevare, un problema riguardante le correlazioni fra poesia, cultura e societa': 'Come mai - si chiede - dopo la morte di Pasolini non c'e' piu' un poeta che sia stato un esempio di coscienza civile in questo paese? E non solo lui. Fino agli anni 70 esisteva una societa' culturale i cui esponenti venivano ascoltati'.



'E non e' che oggi questo tipo di intellettuale sia scomparso -incalza Palladini- penso ad Andrea Zanzotto che in molti componimenti solleva l'incresciosa questione del deturpamento del paesaggio, della tutela dell'ambiente e dell'ecologia. In questo do ragione a Sanguineti: la voce del poeta esiste ancora ma non e' che un rumore di fondo'.

Palladini e' stato uno dei pionieri, in Italia, delle letture pubbliche e la contaminazione fra poesia e musica. Nel 2004 e' stato pubblicato 'Trans Kerouak Road', progetto composto da testi, remix verbali e arrangiamenti musicali che spaziano dal funky alla techno e voce recitante.



'Quello della scoperta del reading da parte del pubblico – dichiara - e' un fenomeno antropologico-culturale interessante, trattato in maniera particolareggiata anche da Gabriele Frasca.

'L'homo legens' e' in via di estinzione. La societa' e' ormai basata sul suono e sulla visione e in questo contesto, dove l'immagine e il suono sono egemoni, il poeta per ottenere un minimo di ascolto si deve fare anche attore. Se in Italia ci fossero gli investimenti adeguati, con i reading si potrebbero fare delle cose di grande risonanza, cosi' come avviene da anni nei paesi anglosassoni'.



'In realta' ancor prima della Beat Generation, infatti – sottolinea - le serate di poesia letta ad alta voce erano addirittura a pagamento. Dagli anni 60 e 70 sono cambiati solo gli strumenti ma la 'sostanza' del reading e' rimasta invariata. E se agli inizi i versi subivano l'influsso e la contaminazione della musica jazz, in seguito e' stato il rock a subentrare. Sono interessanti, oltre ai reading, gli Slam Poetry, vere e proprie gare di poesia, piu' 'popolari' ma ben organizzate. Riguardo a questo e' ancora necessario nominare l'Inghilterra e gli Stati Uniti, in cui ci sono poeti specializzati in queste sfide, che fanno vere e proprie tournée ... e che hanno addirittura l'agente personale!'.

In Italia, oltre a Palladini, i poeti che si cimentano piu' volentieri nella pratica del reading sono Lello Voce, Rosaria Lo Russo e Gabriele Frasca. 'L'unico problema che impedisce al reading di 'sfondare' davvero - conclude l'autore - e' causato da un certo tipo di mentalita', una sorta di abitudine diffusa nel paese di pensare per camere stagne, di non ammettere contaminazioni o zone grige. Se si aprissero degli spiragli in questo senso, la poesia riuscirebbe davvero e definitivamente a 'saltar fuori dalla pagina'. E a sopravvivere piu' che dignitosamente.'



'Sono convinto che con la nascita dei nuovi media gli altri non moriranno. Credo, dunque, che anche la poesia continuera' a vivere', aggiunge un altro poeta, performer e scrittore italiano, Lello Voce.

Napoletano, classe 1957, primo ad aver introdotto la pratica del reading in Italia, e' stato uno degli esponenti di punta del Gruppo 93 e ha portato nel Belpaese il Poetry Slam. Vive e lavora a Treviso ed ha anche organizzato e condotto un Poetry Slam internazionale. E', inoltre, fondatore di Absolute Poetry, un festival che si svolge ogni anno a Monfalcone.



'Tuttavia, se la poesia nella sua veste cartacea continuera' a vivere - prosegue Voce - verra' sempre apprezzata da pochi appassionati o dagli 'addetti ai lavori', dagli esperti. Credo che non diventera' mai un genere letterario 'popolare'. Quello di cui sono sicuro – puntualizza - e' che il suo futuro consistera' proprio nella riscoperta delle sue radici orali e profondamente fondate sul 'melos', la melodia e il ritmo. Per queste ragioni non mi stupisce che non ci sia gara, in termini di vendite, fra poesia e romanzo. L'opera in versi non puo' essere letta come si legge uno scritto in prosa: anche quando e' scritta, la poesia, per essere davvero compresa, deve essere recitata a mente. Ecco perche' credo davvero - afferma Voce - che il reading potrebbe riabilitare il genere e renderlo noto anche al grande pubblico'.

'Queste esibizioni tuttavia -precisa Voce- non fanno di noi performer dei cantautori. Mi dispiace deludere Roberto Vecchioni – ride - ma i veri 'trovatori' del 2010 siamo noi. I media che utilizziamo sono completamente diversi, nonostante anche la canzone d'autore sia una vera e propria forma d'arte in certi casi'.



'Penso – aggiunge - a Fabrizio De Andre' o Ivano Fossati... i performer - spiega il poeta - si esibiscono declamando e interpretando componimenti loro e curano anche gli arrangiamenti delle musiche composte appositamente per i loro versi'.



Il 26 settembre Voce sara' a Catania per festeggiare i 20 anni della rivista culturale Lapis. 'Ci saranno anche artisti come Roy Paci e Carmen Consoli. Poi dirigero' Absolute Poetry a Monfalcone, dal 29 settembre al 2 ottobre. Infine portero' il reading anche in Peru''. Le informazioni sul festival di poesia che si terra' a Monfalcone si possono trovare su www.absolutepoetry.org.

Voce e' d'accordo con Palladini sull'accoglienza del reading in Italia: 'Portarlo nel nostro paese - sostiene - e' stato ed e' tuttora difficilissimo perche' purtroppo la penisola e' ancora molto arretrata soprattutto se pensiamo che all'estero esistono figure chiamate i 'Pjay', e cioe' deejay che, invece di mandare drumm'n bass o techno o house mixano poesie! '



'Inoltre – incalza - da noi molti sono gli autori che si improvvisano performer. I risultati spesso sono letture di qualita' infima. Da qualche anno, all'interno di molti Poetry Slam, la situazione si e' aggravata... anche a causa delle musiche che spesso sono un puro e semplice sottofondo del componimento e per di piu' incongruo'.



'Se penso ad un confronto con la Germania o altri paesi in Italia le differenze sono ancora notevoli. Bisogna prepararsi davvero per affrontare un palcoscenico. A questo proposito – conclude - vorrei citare Mark Kelly Smith, inventore nel 1987 a Chicago, del Poetry Slam, il quale diceva che il poeta, oltre ad essere capace di fare bene il proprio 'mestiere' sulla carta, doveva saper 'interpretare se stesso' sul palco. Non e' facile. Ma questo e' quello che anch'io penso'.




“QUANDO LA NOTTE SOGNAVAMO BRIGITTE BARDOT (LA ZISA)” di Davide Romano


Molti autori hanno raccontato la loro gioventù in un romanzo, grandi o piccoli percorsi di formazione che portano alla maturità o alla consapevolezza. La gioventù bruciata è quella che va per la maggiore con le sue storie al limite che catturano l’immaginazione del lettore. Nel caso del primo romanzo di Manlio Elio Massara, “La notte sognavamo Brigitte Bardot”, ci troviamo all’opposto. L’autore racconta la sua gioventù attraverso la rilettura di vecchie lettere, scoprendone la normalità e le occasioni perdute. Una gioventù fatta di piccole cose, di Palermo, degli anni ’60 e di tutte quelle fughe che un uomo comune affronta per considerarsi libero. Al ritmo dei suoi respiri il protagonista Elio scopre di non poter cambiare il mondo, ma le donne cambiano lui, allo stesso ritmo dei viaggi imposti dalla leva o dal bisogno di evasione. Anche ritrovare tutte quelle lettere non spedite, ridicole, in cui ci si credeva forti nel provare qualche sentimento già utilizzato milioni di volte. Un libro che è una somma scrupolosa di tutto ciò che si è trascurato, un bisogno di riordinare le idee in testa, come le lettere in uno scatolone dimenticato. Alla fine il caso guida la sorte, un lavoro che non si era cercato, una donna che non si aveva conosciuto, gli amici che vanno e vengono, i punti cardinali di una vita qualunque che le danno sostanza. Brigitte Bardot, ricordata anche nel titolo, diventa il simbolo dei sogni fatti solo per essere sognati, prima di accorgersi di essere già nel mezzo della propria vita. L’autore, attraverso la sua esperienza, elogia la normalità e l’uomo, due elementi che nella maggior parte dei casi si incontrano. Un’occasione per il lettore di ritrovare il passato e riviverlo, con il gusto della sicilianità e con l’ironia di chi guarda un vecchio album di fotografie. Un libro consigliato a chi ricorda, a chi non riesce a ricordare e a chi sta costruendo i suoi ricordi. E poi è sempre piacevole pensare a Brigitte Bardot nel film “La ragazza del peccato”.

Manlio Elio Massara, “La notte sognavamo Brigitte Bardot”, Edizioni La Zisa, pp. 176, 9,90 euro

“Catastrofi inventate” di Giulio Giallombardo

(La Repubblica, 15 agosto 2010)

Leggendo “La verità sul 2012” gli amanti delle catastrofi rimarranno delusi. Nel breve e puntiglioso libro dell’astronomo Walter Ferreri, edito da La Zisa, vengono, infatti, demolite una per una le tesi ormai note secondo cui, fra un paio di anni circa, per l’esattezza il 21 dicembre 2012, la terra sarà sconvolta da un non ben precisato evento epocale. Alla base delle inquietanti teorie millenariste, secondo l’autore, ci sarebbe «una lettura acritica del calendario Maya», al quale si è attribuito un significato scaturito da fraintendimenti e non condiviso dagli studiosi di questo popolo.
Dopo una carrellata storica in cui vengono raccolte tutte le date di un’ipotetica fine del mondo, per fortuna mai arrivata, Ferreri, col piglio analitico dello scienziato, inizia a “smontare” le teorie catastrofiste finora note, dimostrando che gli unici eventi astronomici previsti nel 2012, in tutto una decina, non porteranno all’umanità alcun cambiamento decisivo. Insomma, non ci aspettano impatti con fantomatici pianeti o asteroidi, né saremo travolti da terribili tempeste solari, né dovremo temere per un’eventuale inversione del campo magnetico terrestre. Né, infine, ci si potrà basare sulle quartine di Nostradamus, così oscure da prestarsi a infinite interpretazioni. Perché allora tanto allarmismo? L’autore non ha dubbi: si tratta di un grande business. Le ipotesi catastrofiste rendono meglio della più rassicurante realtà dei fatti, con buona pace dei Maya.

Walter Ferreri, “La verità sul 2012”, Edizioni La Zisa, Pagine 112, euro 8,90

venerdì 20 agosto 2010

Dora Angela Ruvolo, “Ciao, Turin!”, romanzo, Edizioni La Zisa, pp. 160, Euro 9,90

Una storia intensa, in bilico tra una Palermo hippy, lontana ma presente, mai lasciata per sempre e un’elegante e sobria, a volte distante e senza dubbio aristocratica, Torino. Una preziosa saga familiare – nel senso, ormai il più diffuso, di famiglia allargata – in cui i legami si intensificano e si rarefanno, assumendo una consistenza che varia a seconda dei punti di vista.

“Ciao, Turin!”, romanzo d’esordio di Dora Angela Ruvolo, è la storia di una vita. Meglio: della vita di Ruiz, Adele, Laura, Stella, Alfredo. Esistenze affascinanti che si accostano, ma che, come fiumi paralleli, scorrono insieme senza mai toccarsi, se non in apparenza. Una storia d’amore e di vita, a cinque voci.



Dora Angela Ruvolo è nata e vive a Palermo. “Sono nata il 29 febbraio di un anno bisestile, motivo per cui pur essendo nonna di quattro nipoti non ho ancora raggiunto la maggiore età – scrive di se stessa –. So comunque di essere nata nell’anno del Drago di ferro e sotto il segno dei Pesci e nell’ora della Pecora. Ancora non mi capacito d’essere mortale: è l’unico vero problema che non saprò mai risolvere. Se avessi potuto scegliere, credo che avrei evitato di nascere donna e qui: non che mi sia andata proprio male, ma troppe cose della mia reale condizione non mi appartengono.”



Le Edizioni La Zisa aderiscono ad "Addiopizzo" e a "Libera" di don Ciotti e tutti i volumi pubblicati sono certificati "pizzo free".


lunedì 9 agosto 2010

SALVATORE GIULIANO: IL GIALLO RACCONTATO IN TRE LIBRI

DIVERSE LE SOLUZIONI: NELLA TOMBA UN SOSIA O SOLO SPECULAZIONI (ANSA) - ROMA, 8 AGO - Giuliano: tre libri di siciliani dedicati al 'segreto' morte Due libri pubblicati da concittadini di Giuliano in tempi recenti e uno, il piu' sconcertante e al contempo interessante, pubblicato da uno scrittore di Castelvetrano. Sono i libri, ben poco conosciuti al grande pubblico (due pubblicati in proprio) che toccano il tema del 'segreto' della morte di Salvatore Giuliano. A Castelvetrano ha pubblicato il suo libro a proprie spese Luigi Simanella che sostiene attraverso una stringente analisi che Giuliano, come sostenuto da tanti negli anni , sarebbe fuggito a New York.
'L'uomo che giace nella tomba di Giuliano e' un sosia', dice.
'Da una disamina dei fatti, delle molte testimonianza raccolte, dai verbali delle forze dell'ordine e dai due colloqui che ho avuto con l'avvocato De Maria, nel cui cortile mori' ufficialmente Giuliano oltre che con il nipote, Giuseppe Sciortino Giuliano, emergono verita' contrastanti. Ho incontrato a New York Giacomo Caiola che mi ha raccontato che Giuliano e' stato ucciso a Monreale la notte tra il 3 e il 4 luglio, per mano di Nunzio Badalamenti che guidava un commando composto Mommo Vittorini, Nitto Minasola e Gaspare Pisciotta. Il cadavere fu poi portato a Castelvetrano. Anche questa versione pero' non trova riscontro con le informazione che ho avuto. Giuliano quella notte rimase vivo e con l'aiuto dei servizi Usa ando' negli Usa grazie a Mike Stern, l'uomo chiave della strage di Portella della ginestra del 1947.
Giuseppe Mazzola, figlio di un componente della banda, ha pubblicato due libri: uno dedicato alla ' Verita' sulla morte di Salvatore Giuliano', l'altro alla mafia e al banditismo.
'Qui da noi era come il Libano. Molti stenteranno a credere cosa e' stato fatto a questo Paese. Mio padre era della banda e ho scritto solo dopo la sua morte'. Mazzola e' molto scettico sulla vicenda del sosia.
' Da sempre - dice - si e' speculato sulla vera o presunta morte perche' a qualcuno e' convenuto mantenere un alone di mistero per mitizzare il personaggio. Purtroppo fanno sempre notizia il 'falso' o le ricostruzioni fantasiose, mentre spesso viene occultata la verita', perche' questa fa sicuramente male a chi detiene il potere. Non capisco, dopo 60 anni, a chi possa giovare rimettere in discussione una delle poche certezze che abbiamo. L'Ufficiale di Stato Civile del Comune di Montelepre, che ben conosceva Giuliano, ne ha riconosciuto ufficialmente la salma al Cimitero di Castelvetrano dopo avere riscontrato una leggera cicatrice al labbro superiore, a lui ben nota, causata, dopo un'accesa discussione al tavolo di biliardo, da un colpo di stecca. Il quasi contemporaneo svenimento della madre alla vista del cadavere nudo del figlio, ne confermo' l'autenticita'.
D'altronde, Giuliano sapeva fin troppo per restare vivo e non potevano rischiare di destabilizzare il Governo. A che pro il doppio cadavere? Per non fare scoprire che era stato drogato?
Pietro Pisciotta, per giustificare l'azione del fratello Gaspare, disse testualmente a mio padre, capo mafia di Montelepre in quegli anni e alla mia presenza, che 'suo fratello, con quello che aveva fatto, aveva salvato la Sicilia'. Salvatore Badalamenti e' anche lui di Montelepre e ha pubblicato con La Zisa un bel libro: “Montelepre, il dopoguerra e i misteri di Giuliano”. Anche lui storce il naso sulla vicenda del sosia e del cadavere doppio. ' Il corpo senza vita che i giornalisti hanno fotografato nel cortile Mannone ( e poi all'obitorio di Castelvetrano) sotto casa dell'avvocato De Maria e' proprio quello del 'sire di Montelepre'', dice Badalamenti. 'Sarebbe stato insensato, e contro qualsiasi logica, lasciare in giro (magari con false generalita') questa pericolosissima bomba ad orologeria. Alcune teste coronate, alcuni inquilini dei piani alti del Palazzo, sarebbero dovuti vivere con questa, perenne, spada di Damocle sulla testa. Impensabile: non sta ne' in cielo, ne' in terra'. I morti hanno il diritto di riposare in pace. Persino il bandito Giuliano. Se si vuole riaprire il 'caso Giuliano' (cosa quanto mai opportuna) non e' dalla sua morte che bisogna ripartire'.
(ANSA).

CP 08-AGO-10 14:16 NNNN

giovedì 5 agosto 2010

Apc-Editoria Usa/ Barnes & Noble si mette in vendita. Con 720 librerie è la catena di librerie maggiore del Paese


New York, 5 ago. (Apcom) - Barnes & Noble è in vendita e l'annuncio ha gettato scompiglio tra analisti ed editori, che interpretano la notizia come un ulteriore segnale della crisi dell'editoria americana: con 720 punti vendita, la catena di librerie è infatti la più grande negli Stati Uniti e una delle maggiori al mondo, oltre che un simbolo di molte città americane, prima fra tutte New York.
Secondo il consiglio di amministrazione gli investimenti degli azionisti sono "molto sottovalutati" ed è necessario "esplorare tutte le alternative possibili". Si vocifera che uno dei possibili acquirenti potrebbe essere il fondatore della catena e l'attuale azionista di maggioranza, Leonard Riggio.
Barnes & Noble è stata scossa dai grandi cambiamenti che hanno interessato l'editoria e il settore delle vendite al dettaglio, i due campi in cui l'azienda è maggiormente impegnata. Anche per l'acquisto di libri gli americani scelgono sempre più spesso i superstore come Costco, Wal-Mart e Target, allontanandosi dalle librerie tradizionali e dai negozi nei centri commerciali come B. Dalton (acquistata da Barnes & Noble negli anni Ottanta).
Al di là di problemi noti, come il calo costante dei dati sulla lettura fatti registrare negli ultimi 20 anni, le librerie devono fare i conti anche questioni nuove, come la competizione di Apple e Amazon.com nel digitale. Per fronteggiare i due colossi, Barnes & Noble ha infatti lanciato il suo personale e-book, Nook, come alternativa al Kindle di Amazon e all'iPad di Apple.
La catena di librerie ha comunque tentato di adattarsi ai mutamenti del settore. L'anno scorso ha acquistato Fictionwise, un rivenditore online di e-book. A marzo l'azienda ha promosso ad amministratore delegato William Lynch, fino ad allora capo della divisione internet, dando un chiaro segnale della volontà di concentrarsi maggiormente sull'aspetto digitale.
Il consiglio d'amministrazione dell'azienda, dopo aver scelto Lazard per la consulenza finanziaria e Morris, Nichols, Arsht & Tunnell per quella legale, si dichiara sicuro della forza del marchio e dei vantaggi competitivi ad esso legati. "C'è fiducia nella strategia aziendale e sostegno per la squadra dirigenziale che ha dimostrato di poter garantire tassi di crescita importanti nel settore di maggiore sviluppo, ovvero il digitale".

mercoledì 4 agosto 2010

I Concorso nazionale di narrativa “Racconti d’Italia. L’Italia si racconta”.

Art. 1 In occasione del 150° anniversario dell’Unità d’Italia, Le Edizioni La Zisa bandiscono il I Concorso nazionale di narrativa “Racconti d’Italia. L’Italia si racconta” finalizzato alla selezione di racconti da pubblicare gratuitamente in un volume curato dalla stessa casa editrice.
Art. 2 Per partecipare alla selezione basterà acquistare due volumi a scelta dal catalogo delle Edizioni La Zisa (www.lazisa.it), come parziale contributo alle spese organizzative.

Art. 3 Il racconto dovrà essere inviato, entro e non oltre il 30 dicembre 2010, direttamente al nostro indirizzo di posta elettronica: edizionilazisa@gmail.com

o per al seguente indirizzo:

Edizioni La Zisa

Via F.Guardione 5/E

90139 Palermo

allegando la prova d’acquisto dei due volumi (scontrino fiscale o fattura in cui risultino i titoli dei volumi acquistati) o, in alternativa, sarà possibile fare l’ordine direttamente dal nostro sito www.lazisa.it specificando nell’e-mail di conferma ACQUISTO LIBRI PER CONCORSO “Racconti d’Italia. L’Italia si racconta”.

Art. 4 L'opera inviata (non più di una per autore) dovrà essere inedita (o comunque l'autore dovrà ancora detenerne i diritti; a tal fine l'autore dovrà dichiarare l'opera frutto della sua inventiva e di sua libera disponibilità) e dovrà essere tassativamente compresa fra un minimo di 10 cartelle (o 18.000 caratteri spazi inclusi) e un massimo di 25 cartelle (o 45.000 caratteri spazi inclusi).

Art. 5 Il partecipante dovrà allegare un breve curriculum vitae con dati anagrafici, indirizzo tradizionale, e-mail e recapito telefonico.

Art. 6 I primi 3 classificati della verranno pubblicati congiuntamente in un libro a cura e a spese dell'editore, che si riserverà gli interventi editoriali che riterrà opportuni. Gli autori pubblicati riceveranno 3 copie omaggio godendo dello sconto del 40% (+ spese di spedizione) sulle altre copie che volessero eventualmente acquistare.

Art. 7 Ogni autore selezionato per la pubblicazione riceverà un contratto editoriale.

Art. 8 Il giudizio verrà operato insindacabilmente dall'editore e da una giuria di esperti lettori di sua fiducia. I risultati verranno comunicati ai partecipanti via posta elettronica e nel web entro la fine del mese di febbraio 2011, mentre la pubblicazione del volume è prevista entro la fine del primo quadrimestre trimestre del 2011.

Art. 9 L’opera pubblicata verrà promossa e distribuita attraverso i consueti canali delle Edizioni La Zisa. Copie del volume verranno inviate in omaggio al Presidente della Repubblica ed ai Presidenti della Camera dei Deputati e del Senato della Repubblica.

Art. 10 Qualora si ritenesse non soddisfacente la quantità e/o la qualità delle opere pervenute, la pubblicazione premio potrà non aver luogo o essere rimandata alla selezione successiva.

Art. 11 La partecipazione al concorso “Racconti d’Italia. L’Italia si racconta” implica l'accettazione di tutte le norme indicate nel presente bando

Art. 12 Ai sensi della legge 96/675 i partecipanti al concorso consentono alle Edizioni La Zisa il trattamento dei dati personali e delle loro opere secondo quanto previsto dal presente bando.

Addio Elvira Sellerio, regina dei libri tra Sciascia e Camilleri


Rigore nelle scelte culturali, cura artigianale del prodotto, ciclo produttivo interamente locale. Sono questi i tre fattori che hanno portato al successo la casa editrice Sellerio, la cui fondatrice, Elvira Giorgianni Sellerio, e' morta oggi a Palermo all'eta' di 67 anni. La Sellerio, laureata in giurisprudenza e funzionaria pubblica fino alla fine degli anni '60, segui' il marito Enzo, di professione fotografo, nell'impresa editoriale, suggerita alla coppia da una "chiacchierata" con lo scrittore Leonardo Sciascia e dell'antropologo Antonino Buttitta, come racconto' anni dopo il figlio Antonio in un'intervista. Per avviare l'impresa, la Sellerio si licenzio' dal suo lavoro e investi' la sua liquidazione nell'acquisto dei macchinari. Era il 1969.
L'azienda, in meno di dieci anni, dopo un inizio caratterizzato da un'attenzione volta soprattutto alla letteratura e all'arte siciliana e a volumi per bibliofili a tirature ridotte, si impone come un'impresa culturale di calibro nazionale. Fu proprio Sciascia a portare alla ribalta la casa editrice, con la pubblicazione del suo "Affaire Moro" (1978), scritto all'indomani dell'uccisione dello statista democristiano. Dell'anno seguente e' invece la nascita de "La memoria", una collana di volumi tascabili, originali per taglio grafico e contenuti, che raggiunge subito grande notorieta'.
Nel 1983, la separazione col marito Enzo e la "scissione": da una parte la Sellerio di narrativa e saggistica, gestita dalla Giorgianni, dall'altra i libri d'arte e fotografia, curati da Enzo Sellerio.
Nonostante la divisione, la piccola casa di via Siracusa riesce a ritagliarsi una sua fetta di mercato editoriale nazionale, anche se le dimensioni restano quelle di un piccolo editore, conservando la propria indipendenza e sfuggendo alle grandi concentrazioni. Fra gli storici collaboratori, Gesualdo Bufalino, lanciato nel 1981 e vincitore del Premio Campiello con "Diceria dell'untore", mentre tra gli autori che sono passati per l'editrice di via Siracusa vanno ricordati Luciano Canfora, Gianrico Carofiglio, Carlo Lucarelli e Manuel Vázquez Montalbán. A Elvira Sellerio, nominata nel 1989 Cavaliere del Lavoro, va anche il merito di aver "riscoperto" Andrea Camilleri, che a partire dal 1992 ha avuto un rapporto privilegiato con la casa editrice palermitana. La saga del commissario Montalbano ha intrecciato le sue fortune con quelle della Sellerio, che negli ultimi 20 anni ha vissuto una nuova "giovinezza", arrivando a un catalogo che oggi conta oltre tremila titoli.

BENI CULTURALI: LAPIDE ZISA PALERMO DA OGGI IN MOSTRA A MUSEO ISTANBUL =



Palermo, 3 ago. - (Adnkronos) - La lapide normanna quadrilingue conservata alla Zisa di Palermo sara' esposta a partire da oggi, alle 15.30, al secondo piano della sezione medioevale del Museo archeologico di Istanbul alla presenza del direttore del museo turco, di rappresentanti del consolato italiano e del dipartimento Beni culturali e Identita' siciliana. La lapide restera' in esposizione sino al 6 settembre quando verra' trasferita a Mannheim per la mostra sugli Svevi.

"La regione siciliana - ha commentato l'assessore ai Beni culturali della Sicilia, Gaetano Armao - crede profondamente nella funzione della cultura come strumento e veicolo per facilitare la conoscenza e lo scambio di esperienze tra popoli diversi".

(Loc/Col/Adnkronos) 03-AGO-10 14:09

Mondadori: tagli al personale per raddoppiare l’utile

di Giovanna Lantini (Il Fatto quotidiano, 30 luglio 2010)

Col contributo di un corposo piano di tagli, la Mondadori raddoppia l’utile. Nonostante i ricavi (762,8 milioni di euro) siano praticamente rimasti fermi a un anno fa (730, 7 milioni di euro), la casa editrice della famiglia Berlusconi ha chiuso il semestre con profitti più che raddoppiati: 15,1 milioni di euro. Il miglioramento è avvenuto in concomitanza con una riduzione del personale che nel semestre ha visto l’uscita di 225 dipendenti, il 6 per cento della forza lavoro del gruppo di fine 2009. Tagli che sono destinati a proseguire. (…)

lunedì 2 agosto 2010

Petralia Sottana (Pa) 8 agosto, Presentazione del libro di Sergio Cristoforo Infuso "Un miscelino per Rosa" Edizioni La Zisa

Nell’ambito dell’VIII FESTA di Liberazione del Circolo P.R.C. “Alte Madonie”, l’8 agosto, alle ore ore 17,30, a piazza Finocchiaro Aprile, a Petralia Sottana (Pa), verrà presentato il libro di Sergio Cristoforo Infuso “Un miscelino per Rosa”, pubblicato dalle Edizioni La Zisa.

Il libro: Sergio Cristoforo Infuso, “Un miscelino per Rosa. Storia d’amore e di passioni”, Presentazione di Rita Borsellino, Edizioni La Zisa (pagg. 176, € 14,90)

“Alcune notti, tuttavia, fra il mese di dicembre e gennaio, il disturbo arrecato dalla malattia era tale da non permetterle più di stare sdraiata, con il risultato di doverci alzare diverse volte nel cuore della notte. […] Andavamo in cucina, sedevamo sul divanetto e cominciava una carezza sulla spalla in prossimità del polmone destro, un «miscelino per Rosa»”. Siamo al drammatico epilogo di una intensa storia d’amore – sembra un romanzo, ma è tutto vero: luoghi, personaggi, avvenimenti – che si intreccia, per un trentennio, con quella più generale del capoluogo siciliano. Una vicenda privata che nel contempo diventa metafora di quanti, in questa città, non hanno voluto rassegnarsi al degrado collettivo e al progressivo disfacimento delle speranze – la cosiddetta ‘Primavera di Palermo’ – maturate nel corso di lunghe ed estenuanti battaglie civili. Ma la memoria di ciò che è stato e di ciò che poteva essere resta comunque dentro coloro che con passione sino alla fine hanno creduto nel valore catartico di quelle lotte. Un patrimonio, questo, che va comunque salvaguardato e trasmesso a chi, con altrettanto slancio, saprà raccoglierne il testimone. Così come il ricordo di Rosa, protagonista principale di questo racconto, discreta ed incisiva donna dei nostri tempi.

Sergio Cristoforo Infuso, impiegato presso l’Assemblea regionale siciliana,è da lungo tempo impegnato in attività politiche, di volontariato e di promozione del territorio.

Le Edizioni La Zisa aderiscono ad "Addiopizzo" e a "Libera" di don Ciotti e tutti i volumi pubblicati sono certificati "pizzo free".

La recensione: “STORIA DI ROSA E DELLE SEZIONI PCI” di Mario Pintagro (la Repubblica, 10 luglio 2010)
"C’è un tempo per ogni cosa. A leggere “Un miscelino per Rosa. Storia d’amore e di passioni” (pubblicato dalle Edizioni La Zisa), opera autobiografica di Sergio Infuso, sembra di percepire una città diversa dall’attuale, una città in cui lotta, speranza, cambiamento erano termini proponibili e declinabili in varie forme. E’ il racconto di una storia d’amore, ma anche di battaglie civili condotte per migliorare un pezzo di città tra i tanti. Infuso racconta di Rosa Priolo, moglie, madre, compagna di mille battaglie politiche. Rosa è un’operaia tessile, ma è soprattutto una donna energica, impegnata nel sociale. E’ un racconto toccante che s’intreccia con trent’anni di storia cittadina. Dagli anni bui della città trasformata in un’enorme fungaia cementizia assediata dalla mafia a quelli della “Primavera di Palermo”, che lasciano intravedere la possibilità di una svolta. Cuore delle battaglie è la storica sezione del Pci, poi Pds, oggi Pd, della Noce. Da quel piccolo circolo nasce l’idea dell’Associazione per la pace, contro la mafia, per i diritti del cittadino che rappresenta ancora oggi un modello di dialogo con le istituzioni, un esempio di democrazia dal basso, mai visto a Palermo. E adesso che Rosa non c’è più rimane questo patrimonio di esperienze e battaglie che non va dimenticato e che anzi va trasmesso alle generazioni future perché comprendano l’enorme valore delle idee. Il libro si apre con una bella presentazione di Rita Borsellino, testimone di alcune battaglie, ben prima della sua discesa in politica".

CONCORSO NAZIONALE DI POESIA "CYRANO". PUBBLICA GRATIS CON LA ZISA




dal sito http://www.lazisa.it

1. È possibile partecipare con opere poetiche inedite o in parte edite
2. Per partecipare alla selezione basta acquistare due volumi a scelta nel catalogo della Casa Editrice La Zisa, come contributo alle spese organizzative.
3. Bisogna, quindi, inviare le poesie allegando la prova d’acquisto dei due volumi (scontrino fiscale o fattura in cui risultino i titoli dei volumi acquistati) o in alternativa è possibile fare l’ordine direttamente dal nostro sito www.lazisa.it specificando nell’e-mail di conferma ACQUISTO LIBRI PER SELEZIONE “PUBBLICA GRATIS”
4. Le opere poetiche possono essere inviate in forma cartacea, al seguente indirizzo:
La Zisa Comunicazione soc. coop.
Via F.Guardione 5/E
90139 Palermo
o via e-mail al seguente indirizzo:
edizionilazisa@gmail.com
5. In allegato alle poesie è necessario inviare una scheda bio-bibliografica, dati anagrafici e recapito dell’autore.
6. Le opere inviate saranno valutate da esperti lettori della casa editrice La Zisa. A selezione ultimata l’opera vincitrice verrà segnalata sul sito internet www.lazisa.it. Saranno inoltre assegnate delle menzioni alle altre opere finaliste.
7. L’opera vincitrice della selezione verrà pubblicata gratuitamente nella collana di poesia italiana contemporanea “Le Rondini” della Casa Editrice La Zisa.
8. Il vincitore di ogni sessione riceverà 20 copie dell’opera pubblicata.
9. L’opera pubblicata verrà promossa e distribuita attraverso i consueti canali della Casa Editrice La Zisa.
10. Oltre alla pubblicazione in volume dell’opera vincitrice, è prevista la segnalazione e/o eventuale pubblicazione antologica di opere ritenute particolarmente meritevoli.
11. Le opere dovranno essere inviate entro e non oltre il 30 dicembre del 2010. La pubblicazione dell’opera premiata è prevista per il primo trimestre del 2011.


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Quei versi erotici tradotti dalla discendente di Maometto



Sarà anche un luogo comune, ma a volte soltanto la poesia - nella sua universalità - è capace di avvicinare mondi e culture diverse, scavalcando le barriere ideologiche, politiche, religiose. L’esempio più recente, e a suo modo «unico», è un libro di versi d’amore di Sebastiano Grasso, poeta, critico e «Signore dell’arte» del Corriere della sera, che con la forza della parola poetica ha spezzato pregiudizi e tabù altrimenti insormontabili.
Si intitola L’alfabeto si spoglia ed è pubblicato dalla casa editrice siriana Attakwin. Ma ha due particolarità: la prefazione è di Adonis, il maggior poeta arabo contemporaneo; e la traduzione dall’italiano all’arabo è di Hadam Oudghiri, nientemeno che una discendente del Profeta. Il libro contiene cento poesie scelte: 60 dell’ultimo libro di Grasso (Tu, in agguato sotto le palpebre, che in questi giorni esce anche in Svezia nella traduzione di Ulla Åkerström e con la prefazione di Jesper Svenbro per le edizioni 2 Kronors Förlag) e 40 tratte da quattro libri precedenti, editi in Italia da ES (Il tuo pube nero befferà la morte, 2000; Sul monte di Venere, 2002; La preghiera di una vergine, 2004; Il talco sotto le ballerine, 2006). Sono versi d’amore con alte punte di erotismo, nella tradizione della grande poesia araba.
Ma, come gli ultimi avvenimenti drammaticamente insegnano, è meglio non correre rischi. E, così, l’editore siriano, per la scelta antologica e per la traduzione, si è affidato a una discendente di Maometto. «Nella vita di ogni giorno - scrive Adonis nella prefazione - esiste un vuoto che si colma veramente soltanto con la bellezza, precisamente con la bellezza della donna: non di una qualsiasi, ma di quella amata e innamorata». Allo stesso modo, libri come questi dimostrano che nella vita di ogni giorno esistono «muri» che si abbattono soltanto con la bellezza della poesia.

Francia, in spiaggia i libri sono gratis



(ANSA) - PARIGI, 31 LUG - 'Leggere al mare' e' un'iniziativa lanciata in alcune spiagge del sud della Francia, dove vengono distribuiti gratis libri. L'operazione e' alla terza edizione: una capanna di legno, con ordinati scaffali al suo interno, raccoglie 2.000 volumi completamente gratuiti per i villeggianti. Chiunque puo' prendere un libro e restare a leggerlo per tutto il tempo che vuole, vietato pero' portar via i volumi. Chi non ha finito un giallo puo' prenotarlo per il giorno dopo.

Un libro per chi sta in coda



I torinesi promuovono gli uffici dell’Anagrafe, «ma le attese sono ancora troppo lunghe»
ANDREA ROSSI (La Stampa, 02/08/2010)

TORINO
È vero, gli insoddisfatti non sono molti, uno su sette. Però quasi tutti denunciano lo stesso vizio: all’anagrafe c’è troppo da aspettare, le code a volte sono sterminate, e capita di dover tornare in più occasioni per la stessa pratica. L’ultima beffa, tanto per cambiare, arriva da Roma, dove recenti leggi - vedi il documento per l’espatrio dei minori, la cui validità da quinquennale è diventata annuale - impediranno di snellire le procedure e ridurre le attese.

«Senza contare l’ormai consolidata carenza di personale», fanno notare gli uffici. Ecco perché, aspettando tempi migliori, l’assessore all’Anagrafe Giovanni Maria Ferraris ha deciso di installare mini-biblioteche dentro gli uffici presi d’assalto dai torinesi. «In autunno vorremmo lanciare un servizio di prestito libri per il pubblico in coda agli sportelli, così da rendere più rilassante, e con una nota culturale, l’attesa». Una piccola - ma forse preziosa - consolazione per quei torinesi (non molti per fortuna) imbufaliti dopo ore di coda. Già, perché a leggere i loro giudizi la situazione delle anagrafi della città sembra tutt’altro che disastrosa, anzi.

Il ministro della Pubblica amministrazione Brunetta - che ne ha fatto una battaglia quasi personale - sarà contento. Il city manager Vaciago, un altro sergente di ferro con l’ossessione della produttività dei dipendenti pubblici, anche. Quanto all’assessore Ferraris, ieri gongolava scorrendo i dati che dimostrano il livello di soddisfazione dei cittadini. Torino è stata una delle prime città a introdurre la valutazione dei servizi pubblici con il sistema degli emoticon lanciato da Brunetta nella primavera del 2009. Tre faccine: verde, per indicare che si è rimasti soddisfatti; giallo, per dire che si poteva fare meglio; rosso, un disastro.

A un anno dal via a Palazzo Civico hanno tirato le prime somme: tra il primo giugno del 2009 e il 31 maggio di quest’anno negli uffici dell’anagrafe si sono presentati 110 mila torinesi e 48 mila hanno valutato il servizio ricevuto. Di questi il 73 per cento si è detto molto soddisfatto, l’11 mediamente soddisfatto e il 16 insoddisfatto. A giugno 2010 è andata ancora meglio: 57 mila cittadini e 18 mila giudizi, ma stavolta i soddisfatti sono stati il 76 per cento mentre i delusi sono scesi al 14 per cento. «Questi dati sono motivo di soddisfazione per me e per le persone che lavorano negli uffici. In questi giorni ho effettuato sopralluoghi, anche in incognito, soprattutto nelle anagrafi decentrate, e ho visto che il servizio offerto è di livello più che soddisfacente e molto professionale».

Perché i torinesi siano soddisfatti non è dato sapere, la legge non lo prevede. Altra storia per chi ha pigiato il dito sulla faccina rossa: ha dovuto spiegare cosa non va. Per il 40 per cento - si è già detto - l’attesa è troppo lunga, il 37 trova insopportabile non poter chiudere la pratica in un giorno ed essere costretto a tornare, il 24% denuncia la scarsa professionalità degli impiegati. «Ci servirà per migliorare il servizio», conclude Ferraris, «e rimediare alle carenze il più velocemente possibile».