giovedì 27 agosto 2009

Maria La Corte, “Caste confessioni su presunti atti impuri. Poesie erotiche”, La Zisa-Palermo


Maria La Corte, “Caste confessioni su presunti atti impuri. Poesie erotiche”, La Zisa-Palermo, pp. 96, euro 9.90 (ISBN 978-88-95709-25-3)

Lussuria, furia, malinconia…
I versi proibiti di una ragazza dei nostri giorni…

“Caste confessioni su presunti atti impuri”, è una raccolta di stralci di vita, amore, passione e dolore. Un’opera disegnata a violente pennellate, dai toni contrastanti, che si rincorrono furiose tra le pagine, fondendosi e confondendosi, dando vita così ad un lirismo dal colore senza eguali: rosso intenso come l’amore, viola come il proibito, giallo come l’energia, grigio come l’attesa, nero come il dolore. Questo, l’arcobaleno di sensazioni che viene fuori dalle poesie di Maria La Corte: poesie scritte con lussuria e delicatezza, poesie di ardore e indugio, di furia e malinconia, poesie calde ma anche, a volte, così sapientemente raggelanti.

Maria La Corte è nata e vive a Palermo. Ha studiato pittura presso l’Accademia delle Belle Arti di Palermo dove ha conseguito la laurea. Nella vita, oltre dipingere e scrivere, ama leggere, fotografare e…

martedì 25 agosto 2009

LIBRI: VELTRONI RACCONTA 'NOI' INFLUENZATI DALLA STORIA


NELLE LIBRERIE A GIORNI NUOVO 'ROMANZO POLITICO, IN SENSO ETICO' (di Paolo Petroni). (ANSA) Quattro epoche, quatto giovani personaggi e storie, quattro parti per descrivere quattro Italie tra il 1943 e il 2025: sono le circa 400 pagine del nuovo romanzo di Walter Veltroni, 'Noi', ambientato tra il passato e il futuro, evitando di parlare del presente, e che Rizzoli manda in libreria la prossima settimana.
L'autore, che ha raccontato di averlo scritto in gran parte di getto dopo le sue dimissioni dalla segreteria del Pd, lo ha definito 'Un romanzo politico, per il suo forte significato etico' mosso dai valori e i sentimenti dai quali Veltroni ha sempre detto di farsi guidare.
Ufficialmente lo presentera' lui stesso pubblicamente giovedi' 27 agosto a San Gimignano (Siena), dove si svolge la seconda parte di 'Noi', quella ambientata nel 1963, l'anno della morte di Papa Giovanni XXIII, dell'assassinio di John Kennedy e anche del primo governo di centro sinistra.
Da sempre convinto che l'esistenza di ogni individuo acquisti senso vero solo nel rapporto con gli altri, nel sentirsi parte della societa', protagonisti delle quattro parti sono quattro bambini appena adolescenti, quattro diverse generazioni della stessa famiglia, le cui vite vengono influenzate dalla storia, dal vivere le vicende del loro tempo. E naturalmente, specie per il secondo, il tredicenne Andrea (che ha poco piu' degli anni che aveva Veltroni nel 1963), che attraversa in un Maggiolino decappottabile l'Italia del boom, sembrerebbe piu' forte la presenza di elementi autobiografici.
Segni della storia della sua famiglia ce ne sono pero' vari, a cominciare da quel 1943 scelto per la prima parte, ambientata a Roma nell'anno in cui il nonno di Walter venne denunciato da un negoziante e portato dalle SS a Via Tasso. Certo e' anche l'anno della deportazione nazista degli ebrei romani dal ghetto, dello sconvolgimento segnato dal 25 luglio e poi dell'8 settembre, e del bombardamento raccontato dal quattordicenne Giovanni di San Lorenzo, che e' l'apertura del romanzo (stesso quartiere dove inizia anche 'La storia' di Elsa Morante, che ricordiamo non a caso con le vicende di Nino e del piccolo Useppe). La terza parte invece ci porta con l'undicenne Luca nel 1980, anno esemplare di scandali e misteri, dal calcioscommesse al aereo caduto a Ustica, dalla strage alla stazione di Bologna all'assassinio di Walter Tobagi, oltre che della morte di John Lennon e il terremoto in Irpinia. Un quadro a presagire, in fondo, la crisi istituzionale della prima repubblica da li' a 10 anni. Ma la grande attesa e' per la giovane Nina della quarta parte, visto che Veltroni ha deciso di non soffermarsi sul presente, temendo anche letture strumentali, e guarda invece al 2025, provando a figurarsi come sara' il nostro paese la politica tra 15 anni, a quale velocita' si svolgera' la vita di tutti, col rischio di perdere la memoria, di non avere il tempo per riflettere.
Un impianto molto piu' ambizioso e metaforico, con questo sguardo sulla nostra storia e riflessione sulla nostra identita', dei suoi due libri di narrativa precedenti, 'Senza Patricio' del 2004 (cinque racconti, 70 mila copie vendute) e 'La scoperta dell'alba' del 2006 (romanzo che ha raggiunto le 300 mila copie ed e' tradotto in sette lingue).

lunedì 24 agosto 2009

In libreria - Alessandrina De Rubeis, LA CITTÀ NEL CUORE, La Zisa, pp. 64 euro 10,00


Il libro: La «Città nel cuore» è una silloge di poesie dedicate alla città di Palermo e ad altre località limitrofe. Essa rappresenta il diario di tre diverse età della vita della protagonista, divisa tra il paese di origine, nel tessuto familiare, e la Sicilia, nella condizione di ospite della famiglia materna. I componimenti si suddividono in tre sezioni corrispondenti alla fanciullezza, all’adolescenza, alla maturità. Nella prima, che comprende nove poesie, sono evidenti esperienze ed emozioni del viaggio al Sud e della permanenza nella città di Palermo. Chiude la sezione la poesia Un amico vero che, insieme con Viaggio al Sud, parla del distacco forzato dagli affetti, dell’ansia per l’ignoto e della capacità di adattamento, propria dei bambini, anche alle situazioni di sofferenza. Significativi in tal senso sono i versi di Viaggio al Sud:I pensieri / si affollavano nella mente / come gli scompartimenti / di quel treno / a ogni stazione. E ancora: Bello il Sud / misterioso e profondo / come due occhi tristi. Negli ultimi versi di Un amico vero: Tenero piccolo ciuchino / solo il tuo era un ostinato bene si ha la proiezione dei sentimenti della bambina nell’amico ciuchino, entrambi accomunati dall’ostinazione nel ricercare affetto. Nella stessa poesia si ritrova anche l’esigenza di una situazione stabile che, tuttavia, svanisce ogni qualvolta gli adulti decidono il cambio di scena: le sirene emisero il canto / e fu per me tempo di ripartire. Nella sezione, contrassegnata da due eventi ben precisi, l’arrivo in città e la partenza da essa, si trovano poesie nelle quali sono descritti il tessuto sociale del tempo e il susseguirsi di figure rappresentative del luogo, insieme con le tradizioni, i costumi e i lavori dell’antico e popoloso quartiere dell’Albergheria, il cuore della città di Palermo.Su tutto e tutti si staglia la figura dello Zù Pe’, il nonno, nella sua umile condizione sociale che, ricevendo dalla nipote ammirazione e affetto, ritrova il riscatto personale e si prodiga nell’ insegnamento delle usanze e della lingua siciliana. La seconda sezione, che comprende diciassette poesie, inizia con Pallavicino 1957, dedicata alla compagna di banco che viene colpita dalla tragedia della sparizione del padre e del suo drammatico ritrovamento dopo lunghe ricerche. Il motivo della sofferenza, che accomuna le due compagne, raggiunge il suo apice quando nella famiglia della protagonista nasce l’ultimogenito. E ne Il dono dei morti, prendendo spunto dal regalo ricevuto, ma non desiderato, hanno libero sfogo la nostalgia per il paese lontano e il desiderio di ritornare a casa, desiderio che viene stroncato quando si convince che il posto da lei lasciato vuoto è stato rimpiazzato. Nei versi: – e origliò, trattenendo il respiro, ascoltò una nenia nuova e una culla / poi più nulla/ e decise di partire – c’è la determinazione a troncare col passato e a volersi stabilire definitivamente a Palermo.Tutta la sezione è dominata dalla città e dal magico intreccio di architetture, vegetazione e vissuto: dalle zone della Cattedrale e di Villa Bonanno, percorse ogni giorno a piedi per la frequentazione della scuola media, al monte Pellegrino, a Mondello, alla Favorita e al Villaggio Ruffini coi verdi e rigogliosi orti di Partanna. Sono questi gli anni delle Zàgare, delle gite estive nei luoghi suggestivi e storici della Sicilia, dello stare insieme con gli amici, delle lunghe passeggiate in bicicletta, della riflessione sui mali che affliggono la popolazione e sulle paure ad essi connesse. Nelle poesie Su Montelepre, Calatafimi 1960, Rossa Terra sono espressi i temi sociali, già evidenziati nella prima poesia della silloge, Viaggio al Sud. Solo dagli orti ancora d’oro può essere alimentata la speranza di vedere arrestata la cementificazione selvaggia e, con essa, l’illegalità. Palermo fortunatamente è anche altro e col suo fascino è divenuta ormai la sua città.Il passato, purtroppo, è in agguato e nella poesia La città nel cuore c’è come un presentimento: Quella città abitava il suo cuore / come una casa bifamiliare. Due famiglie! E quando, facendo appello ai propri diritti, quella d’origine impone il rientro definitivo a casa, i ritorni in Sicilia diventano sporadici e i soggiorni brevi. Nella terza sezione di dieci poesie, Il viaggio, uno degli ultimi, riaccende tutte le emozioni e lascia libero sfogo all’amore profondo che riesce a vedere nel mare il cielo, negli aranceti il sole: il cielo appare capovolto / sceso è anche il sole / e bacia la terra di Sicilia. E il sole, che in Villa Bonanno “giocava con lei a nascondino” e “la vedeva crescere tra luci e ombre”, è nuovamente suo complice nel bacio di entrambi alla terra che più amano. Molti affetti non sono più, ma dalle fotografie sulle tombe riaffiorano i ricordi, nitidi, indelebili. Il tempo non ha guarito le ferite dell’ennesimo distacco, sicché esse cercano rifugio tra gli oggetti antichi e polverosi di via Papireto, u Papiritu, il mercato delle pulci: essere una pulce per rimanere tra le cose di una volta protetta dal colore scuro / che sapientemente ripara / dalle aggressive tonalità del moderno.Nelle ultime poesie si percepiscono chiaramente la forza di un legame che non può avere mai fine e il desiderio di voler portare all’infinito colori, profumi e sapori di Sicilia.


L’autrice: Alessandrina De Rubeis ha pubblicato poesie in varie raccolte antologiche. Per l’Aletti Editore di Guidonia (Rm) è inserita in Antologia, vol. III, giugno 2003; Enciclopedia I Edizione, dicembre 2003; Antologia, giugno, luglio e dicembre 2004; Antologia, dicembre 2005. Per l’Associazione “Poesie tra le note” di Supino (Fr) è inserita nelle Raccolte tematiche della 2a-3a-4a- 5a Rassegna (2004, 2005, 2006, 2007). Per il Premio Nazionale di Poesia “Quadrifoglio” Città di Pontecorvo (Fr) è inserita nelle raccolte antologiche del 2004 e 2005. Per il Premio Internazionale di Poesia Riviera di Ulisse “Memorial Gennaro Sparagna” di Minturno (Lt) è inserita nelle Antologie delle poesie finaliste del 2006 e 2007. Ha vinto il 3° premio nel 2004 e il 1° premio nel 2005 partecipando al Concorso Poetico a tema per la Festa del Ss.mo Crocifisso di Isola del Liri (Fr). Ha ricevuto la “menzione speciale” nel I Concorso di Poesie “Isidoro Fogazzo e Giuseppe Grasso” indetto nel 2002 dalla U.T.E.E. e dal Liceo Scientifico Benedetto Croce di Palermo. Ha pubblicato articoli di storia sulla rivista di Storia del Lazio Meridionale “Studi Cassinati” e articoli su tradizioni e antichi mestieri sul periodico “Il Cronista” di Piedimonte San Germano (Fr). Per conto dell’Istituto di Storia del Risorgimento Italiano, Comitato Provinciale di Frosinone, ha pubblicato nel 2005 “Scuola e Istruzione in Valle di Comino nel XIX secolo”. Vive a San Donato Val di Comino (FR), dove insegna.

giovedì 20 agosto 2009

LIBRI: UN PUDICO BEIGBEDER NARRA FINE ANNI DI FESTINI


ESCE IN FRANCIA 'UN ROMAN FRANCAIS', MOLTO INTROSPETTIVO (di Aurora Bergamini) (ANSA) - PARIGI, 20 AGO - Sono finiti i tempi delle feste fino all'alba, del tourbillon di donne, alcol, droga e scandali: il nuovo Frederic Beigbeder, l'autore francese di 'Lire 26.900' e 'L'amore dura tre anni', con 'Un roman francais' - appena uscito in Francia - e' diventato introspettivo, meno aggressivo, piu' sofisticato, persino malinconico e pudico a modo suo.
Lo scrittore, 43 anni, noto per essere un provocatore, per la sua capacita' di spaccare l'opinione pubblica su vasti temi a partire da spunti autobiografici, questa volta fa un'analisi psicologica lucida della sua adolescenza, 'una litania di amori muti, un mix di dolore inasprito e di desiderio sprecato', e della vita in famiglia, che definisce 'un susseguirsi di pranzi depressivi dove ciascuno ripete gli stessi aneddoti umilianti'.
Beigbeder parla dei suoi genitori, di sua madre 'con i capelli fini e biondi, gli occhi chiari' che lo ha chiamato 'Frederic come il protagonista de 'L'educazione sentimentale', che era un fallito', e di suo padre 'magro e ricco', e accenna alle rivalita' con suo fratello Charles, diventato uno dei dirigenti del Medef, la Confindustria francese.
'Non capisco - scrive l'autore - quelli che considerano la famiglia come un rifugio quando invece e' il covo delle paure piu' profonde'.
Il libro e' anche lo spunto per fare un'attenta osservazione sulla fine della grande borghesia, sulla Francia degli anni dell'ex presidente Valery Giscard d'Estaing, sul sistema giudiziario francese 'brutale e vetusto'.
In particolare quattro pagine del suo romanzo piene di insulti al procuratore della repubblica di Parigi, Jean-Claude Marin, sono state addirittura modificate poco prima della pubblicazione definitiva per decisione del presidente della casa editrice Grasset, Olivier Nora, con il consenso dell'autore, per non rischiare conseguenze giudiziarie per diffamazione.
Beigbeder, nel libro, considera Marin responsabile del suo prolungato 'soggiorno' in carcere la sera del 29 gennaio 2008, quando fu arrestato dalla polizia perche' trovato a sniffare cocaina sul cofano di un'auto in centro a Parigi con un amico.
'Non e' Marin che mi interessa - ha spiegato poi l'autore - e' la brutalita' del sistema giudiziario francese, e' vetusto, la detenzione e' scandalosa, le carceri sono sovraffollate'.
Quella notte fu rinchiuso in una cella 'fredda e umida' del VII arrondissement, tra i piu' chic della capitale francese, grande appena '2 metri quadrati con i muri imbrattati sporchi di sangue secco, con la puzza di sudore e di vomito' che gli impediva di prendere sonno.
Senza carta e penna, in compagnia forzata di uno scippatore e di uno schizofrenico ubriaco, e' da qui che ha cominciato a scrivere il suo 'roman francais', nella sua testa. E' da qui che e' diventato un 'nuovo Beigbeder'. (ANSA).

Bibbia, in uscita "Quello che non capivo" di Bruno Rondini


Roma, 20 AGO (Velino) - Con "Quello che non capivo", Bruno Rondini ci guida in uno dei cammini piu' difficili e straordinari per un cristiano: quello verso il Signore. Con l'adeguatezza di un maestro e la genuinita' di uno studente - si legge nel comunicato di presentazione della casa editrice, La Zisa -, prende per mano il lettore e lo accompagna attraverso le pagine della Bibbia, cercando di illuminare tutti noi su tutto cio' che, forse, "non avevamo ancora capito". L'autore ci apre alla riflessione, in particolare, sulle similitudini del Libro Sacro, spianandoci quella strada affollata di dilemmi, interrogativi irrisolti e interpretazioni incerte, che e' la strada della dottrina biblica. Regalandoci con quest'opera la riscoperta della Parola di Dio, senza intermediari, nuda e diretta, e soprattutto ancora, dopo duemila anni, cosi' attuale. Bruno Rondini e' nato a Marino (Roma) nel 1956 e vive a Pomigliano d'Arco (Napoli). Laureato in Ingegneria, svolge attivita' di progettazione per apparecchi di sollevamento presso la societa' G.C.sPa di cui e' dirigente. Fa parte della Chiesa evangelica apostolica della comunita' di Ponticelli a Napoli.
(com/ban) 201226 AGO 09 NNNN